I miei dieci

Mi è piaciuta un sacco questa cosa che da giorni rimbalza sulla blogosfera, quella dei dieci libri della tua vita. Ma siccome come al solito non ho tempo e son già fusa, son giorni e giorni che vorrei scrivere il mio elenco e non c’è verso. Così approfitto della piscina dei pargoli e vediamo se mi vengono in mente tutti:
0) quando ancora non sapevo leggere Rodari, Favole al telefono, ma anche molto altro. Magia pura.
1) intorno ai 10 anni Jerome, Tre uomini in barca. Mi ci sono ammazzata dalle risate.
2) sempre in quegli anni of course Alcott, Piccole donne (eccetera). Volevo essere Jo, ma mi sentivo più Beth.
3) TUTTO Verne. Avventura sì, ma con quel tocco surreale che mi ha affascinato tantissimo.
4) intorno ai 12 anni, ma riapprezzato altrettanto in tutte le (tante) riletture successive, Ende, La storia infinita. Come essere fagocitata da un libro, che mica solo Bastiano. (Ma anche Momo, spettacolare).
5) sui 15 anni La Pierre, La città della gioia. E scoprire che spendersi per gli altri fa bene.
6) lì intorno Levi, Se questo è un uomo.
7) più verso i 20 Buzzati, tutto. L’aria delle mie montagne, l’ironia, l’incanto quotidiano, il costante richiamo ad un “oltre”: perfetto per me.
8) poco oltre Marquez, Cent’anni di solitudine. Magnificente.
9) intorno ai 25 Maggiani, Il coraggio del pettirosso. Simbolico ma con leggerezza. E tutto Maggiani mi piace.
10) oltre i 30 Pennac, i saggi sulla scuola, e tutta la serie di Malaussène. Ritrovare nei primi esattamente quello che penso, e divertirmi da matti con gli altri.

Ecco.
Mi scoccia solo che molto ho dovuto omettere, per attenermi al numero (quasi) e stare nel tempo della piscina (tanto ho sforato lo stesso), e molto ho senz’altro dimenticato. Però divertente!!

12 pensieri su “I miei dieci

    • E di Rodari si sono ammazzati i miei figli, ma del tipo che sapevano A MEMORIA sia filastrocche che favole. La guerra delle campane la nostra preferita, per non parlare de L’omino dei sogni, ma non continuo a citarne se no non finisco più!!! 😉

      • ha il suo perché. io l’ho apprezzato molto, anche se ho il sospetto che sia un libro generalmente più gradito a lettori uomini. mantiene le promesse delle recensioni: ad un certo punto, prima o poi, si devono fare i conti con il proprio corpo: dà degli interessanti spunti di riflesisone. dal punto di vista stilistico, non ai livelli di malaussenne, di ecco la storia o di signori bambini, ma impeccabile come sempre. discreti i riferimenti storici e culturali, alcune citazioni, a mio parere ottimo lo stratagemma narrativo.

    • Davvero?! Piacere mio carissima! Adesso sarebbe ora di passarla a mio figlio di 9 anni e mezzo, tutta quella roba, ma lui legge solo Topolino, e devo dire che il linguaggio di tante cose che mi hanno allietato l’infanzia con Jerome e che qui ho omesso (penso a Twain, Gian Burrasca, London…) non aiuta affatto. Mi han detto di recente che esistono riedizioni svecchiate nella lingua, ma non ho ancora indagato. Immagino tu mi sappia dire di più…

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